Una mattina il piccolo S. (che possiamo dire appartenere alla categoria dei “nativi digitali”) appena sveglio raggiunge la mamma in cucina e inizia la sua giornata dicendo “Mamma .. stanotte ho fatto un video!”.
Al di là della simpatica confusione, S. quella mattina, grazie alle spiegazioni della mamma, ha imparato che di notte la mente non fa video, ma sogna, immaginando cose, situazioni, persone.
Poi arriva un momento imprecisato nella vita (già durante l’infanzia) in cui la parola sogno passa dall’essere notturna all’essere diurna: non c’è bisogno di dormire per sognare.
Si passa da fare un sogno ad avere un sogno.
Il sogno non è più qualcosa che ti capita, un incontrollato incosciente flusso di coscienza, ma è qualcosa che con tutto te stesso vorresti accadesse, che si realizzasse.
E’ qualcosa che pervade tutti i minuti di tutte le ore di tutti i tuoi giorni e non fai che immaginarlo vero, realizzato.
Ma quanti sogni, anche di piccolo calibro, sbiadiscono nel vivere quotidiano, quanti non fanno che consumare ore del nostro tempo, senza che nulla di concreto accada per la loro realizzazione?
Il punto è che per realizzare un sogno bisogna tramutarlo in obiettivo.
La differenza?
Per un sogno basta l’immaginazione.
Un obiettivo, invece, richiede un duro lavoro.
Solo quando acquisisci questa consapevolezza puoi tramutare un sogno in obiettivo: il tuo sogno diventa il tuo obiettivo nel preciso momento in cui decidi davvero di realizzarlo.
Per chi pratica arti marziali e/o per chi pratica sport da combattimento (che lo faccia da lungo tempo o che vi si sia appena incuriosito) è immediato iniziare ad avere piccoli e grandi sogni: un apprezzamento da parte dei propri maestri, un avanzamento di cintura, vittorie nelle competizioni, medaglie nei tornei più importanti … questo accade a chiunque, qualsiasi sia la propria esperienza, il colore della propria cintura o il numero di tornei già disputati.
E questo non accade solo nelle arti marziali o negli sport in generale, ma in ogni situazione di vita: lo studio, la famiglia, il lavoro, le amicizie, l’arte, le passioni, ogni cosa.
E’ umano e naturale sognare di avere il meglio o essere il migliore in qualcosa.
Ma come già detto, solo nel momento in cui inizi a lavorare duramente per ciò che desideri ti incammini davvero verso la realizzazione del tuo sogno/obiettivo.
Le arti marziali hanno in questo un inimitabile valore educativo.
Prendere parte all’allenamento anche quando si è stanchi, quando non si ha voglia, quando i pensieri quotidiani offuscano la mente dall’apprendimento, quando i muscoli fanno male, quando tutti gli altri ti sembrano più lucidi, più bravi, più forti …
Se il tuo obiettivo è ben chiaro, ti costerà fatica, ma lo raggiungerai.
Quel giorno ti sembrerà tutto inutile, ma non lo è, perchè quell’allenamento fa parte dell’impegno e del lavoro necessario per raggiungere il tuo obiettivo, per realizzare il tuo sogno.
I nemici dei sogni
Anche desiderando qualcosa con tutto se stesso e percorrendo il cammino del duro lavoro verso un obiettivo è possibile alimentare nemici dei sogni. Ce ne sono tantissimi. Per nominarne qualcuno:
L’impazienza – ovvero la brama di raggiungere il proprio obiettivo bruciando le tappe. Inevitabilmente, l’impazienza conduce alla frustrazione.
Le paure – di non riuscire, di non essere all’altezza, di farsi male, etc. Le paure distolgono dall’obiettivo e sottraggono energie e concentrazione al tuo lavoro. Se la strada è lunga, guarda sempre verso l’obiettivo, ma percorri un metro alla volta.
L’eccesso di sicurezza – sentirsi troppo sicuri di sè, delle proprie capacità e dell’esperienza acquisita può portare ad un allenamento distratto, poco efficace o ad insuccessi, fallimenti, frustrazioni.
Il valore educativo delle discipline marziali
Praticando le arti marziali o allenandoti per gli sport da combattimento inevitabilmente “ti alleni” ad assumere un atteggiamento di dedizione e concentrazione in ogni aspetto della vita, anche al di fuori della palestra, assumendo responsabilità, percezione e sicurezza di te stesso, coscienza dei tuoi limiti, determinazione.
Il tutto con un approccio di non violenza e rispetto, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare.