Kung Fu – Wushu
Le arti marziali cinesi, chiamate in Cina wushu ( 武 wǔ “spedizione militare, guerra” e 术 shù “arte, metodo, tecnica”) o anche kungfu ( 功夫; “abilità”, con sottinteso riferimento all’ambito marziale) sono la totalità degli stili e dei metodi delle arti marziali nate in Cina, patrimonio ed eredità della cultura e della tradizione del popolo cinese.
Si intende quindi l’insieme dei sistemi marziali elaborati nei secoli.
La maggior parte di essi prevede sia la pratica a mani nude che con armi.
L’allenamento del wushu è fondato sugli “otto metodi” (bafa 八法), cioè: braccia (shou 手), occhi (yan 眼), tecnica del corpo (shenfa 身法), passi e posizioni (bu 步), concentrazione (jingshen 精神), energia/fiato (qi 气), forza (li 力), abilità/allenamento (gong 功).
I primi quattro metodi si riferiscono all’uso del corpo (braccia, gambe, tronco, sguardo); gli altri quattro allo sviluppo delle abilità psicofisiche necessarie a rendere la tecnica efficace.
Nella società moderna il wushu tradizionale è praticato soprattutto come metodo salutistico e di ricerca psicofisica, per quanto l’aspetto marziale sia ancora presente, con gradazioni diverse, in molte scuole.
Si fa riferimento quasi esclusivo alle cosiddette “forme”: il combattimento simulato, spettacolare, esercizi costituiti da sequenze di movimenti concatenati e differisce per stili secolari, scuole e filosofie annesse.
Le forme possono essere a mano nuda o con attrezzi o armi.
Le forme in ambito sportivo vengono valutate da una commissione giudica pulizia, precisione nei movimenti, spettacolarità, fluidità, postura.
E’ una pratica ottima per sviluppare coordinazione, esplositività ed elasticità.
Gli stili si suddividono in interni ed esterni. Negli stili interni (i più antichi e contemporanei al buddismo) prevale l’insegnamento spirituale, in quelli esterni forza, potenza e velocità.
Naturalmente la divisione tra i due approcci non è così netta, perché arti soprattutto esterne possono avere insegnamenti interni e viceversa.
Tra gli interni: Taijiquan, Wing Chun, Xingyiquan, Baguazhang, Liuhebafaquan.
Gli esterni: Shaolinquan, Wutao, Choy Lee Fut, Cailifo, Bājíquán, Fanziquan e molti altri…
Il Sanda – La Boxe Cinese
Il sanda (o sanshou) è il nome tradizionale per indicare la boxe cinese: San (disperdersi, dileguarsi, dissipare, spargere, diffondere, disseminare) e Da (battere, colpire, percuotere, rompere) ma che può essere tradotto come combattimento libero.
Con questo termine si intende il combattimento a mani nude nato e sviluppatosi in seno alle arti marziali cinesi, in seguito diventato il termine per indicare uno sport da combattimento diffuso in tutto il mondo.
E’ identificato come un ramo del Kung Fu Wushu ma nato nell’antichità come una vera e propria necessità di sopravvivenza, non con il classico fine di intrattenere un pubblico di nobili o di mantenere la forma fisica. Si può quindi definire il sanda un primo riferimento alle pratiche del combattimento libero (“free fighting“): combattere in piedi con i calci e con i pugni e proiettando a terra l’avversario attraverso diverse tecniche.
Nei tempi moderni rappresenta l’espressione libera del wushu moderno ed insieme ad altre specialità (Changquan, Nanquan, Taijiquan, sciabola, spada, bastone, lancia, ecc.) esprime simbolicamente il patrimonio tecnico della tradizione delle arti marziali cinesi e un’arte derivante dal Kung Fu.
La particolarità del Sanda sportivo è rappresentata anche dalla piattaforma rialzata dove si svolge il combattimento (leitai), durante il quale è possibile anche proiettare o spingere al di fuori l’avversario colpendolo.
Tralasciando le tecniche di calci e pugni che è possibile vedere in altre discipline come il K-1, Muay Thai, Karate, Kickboxing e Taekwondo, la particolarità delle proiezioni la rende una discipline molto completa da un punto di vista tecnico.
L’insegnamento di questa disciplina nella nostra Accademia è fondamentale ai fini dello studio dello striking, inteso come il combattimento in piedi, e che risulta indispensabile nello studio del free fighting per lo studio delle proiezioni durante una fase di scambio nella distanza di calci e pugni. Il nostro programma di sanda affonda le radici nel nostro lignaggio.