Settembre è stato un mese che ci ha inghiottito e restituito diversi. Due strade parallele: la Sardegna e il Veneto, contemporanee, quasi due universi che correvano insieme senza toccarsi, e poi il Piemonte, con il Torino Open IBJJF a chiudere il cerchio, come l’ultimo lancio di dadi di un gioco che non finisce mai. Sempre in giro, sempre sparsi, sempre in movimento come pezzi di un puzzle che prende forma solo se visto dall’alto.


La BJJ Summer Week a Cagliari è stata un vortice: sveglie non proprio all’alba, e lezioni di yoga mancate come i buoni propositi che scrivi a gennaio e perdi a febbraio. Allenamenti, sudore, open mats che diventavano sfide personali e collettive, il mare che chiamava e a volte vinceva, e poi le serate fatte di risate, musica, tavolate piene. La parte più vera, però, non è stata solo il privilegio di condividere il tatami con ospiti internazionali e con i migliori maestri italiani, ma il ritrovarci insieme, come squadra e come amici. Vederli lì, i nostri ragazzi, a crescere e a ridere insieme, a faticare e a stringere legami che non si spezzano, è stata la parte che resta, quella che non si insegna nei manuali.

Intanto, a Jesolo, le sfide della kickboxing scrivevano un’altra storia. Ludovica e Viola hanno vissuto la lama sottile della competizione vera, quella che ti lascia il fiato corto e le mani vuote o piene solo a metà. Viola ha combattuto come una leonessa, avanti per due riprese e piegata solo negli ultimi trenta secondi, quando la concentrazione diventa ossigeno e basta un respiro mancato per cambiare tutto. Ludovica ha conquistato una medaglia di bronzo internazionale che vale più di quanto brilli, perché racconta di sacrifici, di cadute, di bocconi amari digeriti in silenzio. È questo che significa ambire alla maglia azzurra: sapere che dietro ogni medaglia ci sono cicatrici invisibili, allenamenti che non finiscono mai, delusioni che diventano carburante. La nazionale non è un traguardo: è un processo, un quadriennio che ti costruisce pezzo dopo pezzo, e che insegna ad atleti e allenatori che nessuno è esente da responsabilità.


E poi, quasi senza accorgercene, eccoci già in Piemonte, al Torino Open IBJJF, l’ennesimo capitolo di un mese che ha corso più veloce di noi. Le valigie non erano neanche disfatte, e già si ripartiva. Sempre in viaggio, sempre a cercare il prossimo tatami, la prossima sfida, la prossima occasione per crescere. Settembre ci ha insegnato che non esistono pause: esistono solo passaggi, strade che si intrecciano, momenti che ti forgiano. Sardegna, Veneto, Piemonte: tre tappe di un unico respiro, un’unica ossessione, un unico sogno che continua a bruciare.


