Prenditi il tuo tempo.
Non per fare le cose bene,
ma per farle tue.
Non per diventare bravo,
ma per capire se ti serve davvero diventarlo.
Perché non è questione di quanto bene fai le arti marziali.
È questione di quanto bene le arti marziali possono farti.
Punto.
La maggior parte della gente non inizia mai davvero.
Passano la vita a ripetersi che “prima o poi”, “quando sarò pronto”, “quando avrò tempo”.
Notizia flash: il tempo non lo avrai mai, se non te lo prendi.
Ci hanno educato a temere le cose che non sappiamo fare.
A pensare che se non siamo i migliori, non vale nemmeno provarci.
Che se non vinci, sei un perdente.
La scuola, i social, gli amici, la famiglia.
Tutti a dirti, più o meno direttamente, chi e come dovresti essere.
Ma la verità è che non devi vincere niente.
Non devi nemmeno essere bravo.
Devi solo esserci.
Perché la voglia di competere, se deve arrivare, arriverà.
E se non arriva, va bene lo stesso.
Perché non serve a niente correre verso un posto che non sai nemmeno se ti interessa davvero.
Il miglioramento è bastardo.
Arriva quando non te lo aspetti, quando pensi di aver sprecato l’ennesimo allenamento.
Arriva a gocce, non a secchiate.
E ogni goccia scava, anche se non lo vedi.
E tu perché hai iniziato?
Per curiosità?
Perché volevi sentire qualcosa di diverso?
Perché volevi sentire che esisti?
Serve saper cantare per cantare sotto la doccia?
Serve essere ballerini per ballare con gli amici alle tre di notte, ubriachi di birra e libertà?
No.
Lo fai perché ti piace.
Perché è l’unico momento in cui non fingi.
E non te ne frega un caxxo di chi ti guarda.
Quindi sì, continua a fare le cose che ti piacciono, anche se non diventerai mai un campione del mondo.
Continua a provarci, anche se non sarà mai perfetto.
Perché questo è tutto quello che hai.
Prenditi il tuo tempo.
Tutto il tempo che ti serve.
Perché è tuo.
E se non te lo prendi, non te lo regala nessuno.
“Il tempo che ti piace sprecare non è sprecato.”
Prenditi il tuo tempo.
E vivi.