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“Ce la puoi fare” – storie da kickboxer…

Ricordo di essermi avvicinato a questa disciplina all’età di 8 anni circa.

Ero fissato per i film d’azione con Vandamme, Steven Seagal, Bruce Lee.

Ricordo che insieme a mio fratello giocavo al “wrestling”.

E ce le davamo di santa ragione.

Mi iscrissi in palestra e iniziai a  frequentare il corso di kick che all’epoca si chiamava “semi-contact“, l’odierno pointfighting.

Mi allenai per circa 3 anni, ma per diverse vicissitudini abbandonai gli allenamenti.

Nel corso degli anni provai vari sport, senza mai spiccare in nessuno…e parliamoci chiaro, se in uno sport non sei bravo, non ti diverti.
Decisi allora di ritornare “a darle (e prenderle) di santa ragione” all’età di 18 anni.

La maggior parte delle persone si avvicina alle arti marziali perché si sente “negata” in altri sport, o con la semplice idea di rimettersi in forma (la kickboxing è un’attività ad elevata frequenza cardiaca).

C’è chi sta passando un brutto periodo e pensa di convogliare lo stress e le tensioni in un’attività che richiede un impegno e una concentrazione notevole.

Chi esce da situazioni infelici e ha bisogno di ritrovare se stesso, chi vuole conoscersi meglio o fare nuove amicizie…insomma ognuno ha il suo perché.

Ma la vera domanda è:

cosa ti spinge a continuare?

Partiamo dal principio

La prima lezione è una grande incognita.

Sei “quello nuovo” e riesci solo a pensare a questo.

Cominci a guardare i tuoi compagni, e ti sembrano tutti enormi, cattivi, fortissimi che aspettano solo di “menarti”. Ma poi iniziano uno ad uno a presentarsi, persino a sorriderti, anche il Maestro arriva ti da il benvenuto e ti mette a tuo agio.

Dopo il riscaldamento ti senti già finito, stanco, non ce la puoi fare…

tutti questi pensieri vengono interrotti dal richiamo “Protezioni!” 

A quel punto osservi i tuoi compagni indossare la loro armatura e tu sei lì che ti chiedi cosa dovresti fare, quando ad un tratto uno di quei giganti si avvicina e con un sorriso ti dice:

“Queste sono le protezioni, ti presto le mie”.

Allora tu vesti il più veloce possibile.  (e ti senti fortissimo come un cavaliere dello zodiaco).

Il maestro inizia a spiegare le tecniche e timidamente ci provi.

Cambi compagno ad ogni tecnica e noti che ognuno di loro ti incoraggia e ti aiuta a capire meglio.

Tirano dei colpi leggeri e man mano che provi quei giganti iniziano a diventare più piccoli, meno cattivi …e la lezione è finita.

Già? Si…già! Saluto e alle docce. Riflettendoci: sono tutti simpatici e più o meno come te. In fondo ti sei trovato bene.

E allora ci ritorni. Ordini subito le tue protezioni.

Il riscaldamento è stato un po’ meno faticoso questa volta, le tecniche appaiono ancora un po’ confuse, ma inizi a intravedere un filo logico e i compagni ti aiutano a seguire il filo.

Dopo un po’ di tempo ti soffermerei a pensare che le lezioni sembrano più faticose.

Ma insomma io credevo di far progressi ma mi sento stanco perché?

Noti allora che gli allenamenti diventano più intensi, più difficili, e allora inizia a spingere, a dare il massimo, perché vuoi a tutti i costi stare al passo dei giganti.

Inizi a migliorare davvero. Nasce in te una strana competizione, vuoi semplicemente sapere fin dove puoi spingerti… non molli.

Inizi a salire una scalinata.

Fatta di gradini molto grandi che ti permettono di salire in fretta. Sei sempre più veloce, più esplosivo, più forte.

Poi nel corso del tempo questi gradini iniziano a rimpicciolirsi sempre di più e ma allo stesso tempo diventano più difficili da scalare anche se minuscoli.

Il tuo impegno non basta più, i miglioramenti sono rari e allora capisci che quei gradini minuscoli altro non sono che la ricerca dei dettagli la cura nell’eseguire la tecnica.

Capisci che non ci sono tecniche migliori di altre, ma migliori modi di eseguirle.

Diventi consapevole e sei pronto a sperimentare.

E’ ora di uscire dalla zona di comfort.

Il primo passo potrebbe essere quello di iscriversi a una gara, la tua prima. [Ma questa è un’altra storia ….]

Al di là di ogni risultato ti lascerà un immenso e preziosissimo bagaglio. Il confronto che ci aiuta a crescere e nel tempo ti accorgerai di essere davvero disposto ad affrontare le tue paure, a spingerti oltre.

Perchè la kickboxing è la voglia di dimostrare a te stesso che puoi farcela, ancora un round, un’altra ripresa e se vai giù, respira, rialzati, continua a scambiare.

Ce la puoi fare.

Noti un cambiamento psicologico, sei più forte e razionale.

Inizia a notare che la tua vita è cambiata, le ansie diventano più gestibili insieme alle paure, i problemi più risolvibili e meno drammatici.

Perché?

Perché il tatami riesce a costruirti una bolla intorno, inattaccabile dal mondo esterno.

Lì sei al sicuro i tuoi “problemi” diventano altri prendono il nome di jab, diretto, gancio, low kick

In due minuti bisogna gestire la paura dei colpi, il fiato, i pugni, i calci misti alle ginocchiate… quando avrai imparato a fare ciò, diventerà più facile spalmare tutto ciò che ti turba in una giornata intera anzichè in 2 minuti.

Cominci a pretendere di più da te stesso.

Sai che limiti in realtà non esiston, sai che applicandoti puoi riuscirci.

Anche grazie al tuo TEAM.

All’interno del tuo team troverai sempre persone con cui confrontarti e che ti aiuteranno a crescere, perchè nei tuoi miglioramenti si nasconde la crescita di tutto il gruppo.

Da soli si è più veloci, ma è insieme che si arriva lontano.

Nicola Palermo

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